Sono imputato di un reato: mi conviene patteggiare o affrontare il processo?

No, la risposta non è "se sono colpevole, patteggio, se sono innocente no". Le cose sono molto più complicate. E ricordo, per stare al tema che dibattiamo, non stiamo parlando di "giustizia" ma di "convenienza". Se siamo imputati, una disgrazia già ce l'abbiamo: doverci difendere.

Cerchiamo di capire come decidere

Ovviamente, non c'è una risposta univoca, perché dipende da troppe variabili che non si possono descrivere una volta per tutte. Senza dimenticare “l'innocenza” dell'imputato che è, ovviamente, assai importante, ma spesso non il fattore decisivo nella scelta tra una strada e l'altra.

E' tuttavia possibile elencare alcuni pro e contro delle due scelte, che andranno poi calati sulla realtà “processuale” del singolo fatto per giungere ad una scelta

IL PATTEGGIAMENTO (art 444 e ss. c.p.p.) è, come ben noto, un accordo tra imputato (o prima ancora, semplice indagato) col Pubblico Ministero, vagliato dal Giudice, che permette di irrogare senza un dibattimento una condanna più mite, e con determinati sconti e premi. Si può applicare alla maggior parte dei reati, esclusi quelli più gravi.

Si possono identificare i seguenti PRO

  • spetta uno sconto sulle pene (sia detentiva che pecuniaria) fino ad 1/3

  • viene esclusa la parte civile: se il danneggiato si era costituito parte civile per avere i danni, la sua azione non potrà essere esaminata nel processo penale ed avrà diritto, al massimo, al risarcimento delle sole spese legali fino ad allora sostenute. Ciò non toglie che la parte offesa possa fare causa in sede civile ma, ciononostante, questo non accade spesso, vuoi per la lunghezza e il costo del processo civile, vuoi per le regole probatorie meno favorevoli alla parte offesa. La sentenza non potrà essere ritenuta vincolante dal giudice civile;

  • Se si chiede per tempo, prima della fissazione di una udienza dibattimentale, il giudizio non è pubblico (si svolge in camera di consiglio), evitandosi così spiacevoli pubblicità: chiunque, cronisti compresi, può presenziare invece al giudizio ordinario dibattimentale.

  • la sentenza non è appellabile dal P.M. che abbia prestato il consenso.

  • viene esclusa la condanna al pagamento delle spese processuali dello stato, se il patteggiamento è entro i due annisolitamente non sono troppi euro, che però possono diventare migliaia in presenza di costose perizie, etc, etc.

  • esclude l'applicazione di buona parte delle pene accessorie (escluse però confisca, sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza, demolizione edifici abusivi), se il patteggiamento è entro i due anni

  • il reato si estingue dopo un certo tempo: sono 5 anni se la condanna è per DELITTO, 2 anni se per contravvenzione, sempreché il condannato non commetta nel frattempo un delitto ovvero una contravvenzione della stessa indole e purché la condanna resti entro i due anni di pena detentiva;

  • il costo della difesa (onorari del difensore) è minore rispetto ad un dibattimento, ed anche assai minore rispetto al costo di processi lunghi e complicati.


Dall'altro lato della medaglia, ecco i principali CONTRO:

  • L'imputato rinuncia a difendersi, ed accetta una condanna definitiva. Certa, scontata, ridotta ma pur sempre condanna e definitiva.

  • Meno evidente, ma l'imputato, anche se colpevole, o senza speranze, rinuncia infatti a determinati ed ipotetici effetti favorevoli del tempo necessario a completare un processo ordinario (purtroppo assai lungo in Italia, con notevoli differenze tra ufficio ed ufficio). Infatti, potrebbe maturare la prescrizione prima che la condanna divenga definitiva (e vanno inclusi anche eventuale appello e, con certi limiti, pure la Cassazione). Oppure potrebbe accadere che negli anni necessari il parlamento approvi una amnistia (difficile, dopo che le maggioranze parlamentari sono state elevate a 2/3, ma non impossibile) o una depenalizzazione. Entrambe porterebbero ad un proscioglimento, senza condanna.


E' presto detto invece il contrario. Andare a DIBATTIMENTO (il che per molte delle cose vale anche per il giudizio abbreviato) ha il PRO che lascerà intatte tutte le speranze di veder riconosciuta la propria innocenza o che, almeno, non c'è motivo di condanna, con la possibilità, se non lo dovesse riconoscere il giudice di primo grado, di vederselo riconoscere dal giudice d'Appello o dalla Cassazione.

Per CONTRO, resterà che la difesa, assai più laboriosa (specie se necessari successivi gradi di giudizio) sarà molto più costosa, e lo Stato non rimborsa le persone dichiarate innocenti per le spese sostenute per la propria difesa. E, in caso si condanna, tutti i benifici che sono i pro del dibattimento saranno, definitivamente, sfumati.

L'avvocato vi guiderà nella scelta. Il vostro caso è unico: i casi si assomigliano ma non ascoltate amici, conoscenti, blog e forum. Due casi non sono MAI identici.

QUANTO TEMPO SERVE A DEFINIRE UN PROCEDIMENTO CON PATTEGGIAMENTO?

Teoricamente poco. L'accordo col PM si può raggiungere di solito in pochi giorni, o settimane.

Bisogna poi far fissare udienza avanti il GUP/GIP (se non ne sia già fissata una) Qui dipende dagli impegni dell'Ufficio ma, in caso d'urgenza, si può sempre farla presente ed ottenere tempi brevi.

 

Torna alle F.A.Q. (domande frequenti)